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Somnus è un progetto artistico visuale di Lorenzo Marangoni e si prefigge l'intento di seguire la storia del viaggio di una mente e di un'anima attraverso la cortina d'ombra fra l'esperienza diurna cosciente e quella onirica.
Somnus si pone al centro di questo viaggio tra tramonto ed alba, ed opera per traslare in immagini e forme le tappe di questa traversata crepuscolare. Il territorio di esplorazione è insieme personale, viscerale, e corale venendo ad intersecare i crocevia del subconscio collettivo e dell'ombra che precede la configurazione cosciente.
In questa vasta foresta primordiale dove forze senza nome si muovono fra simboli ed archetipi, Somnus traccia piccoli sentieri e frecce ad indicare strapiombi e i bivacchi ancora aperti per i viaggiatori notturni.
Attraverso una rete di evocazioni estetiche da cui ripartire il collezionista e l'osservatore sono così invitati a preparare il proprio viaggio.
Lorenzo Marangoni nasce a Firenze nel 1976 dove frequenta il Liceo Artistico e dove tutt’ora risiede e lavora in ambito sanitario. Conduce fin da ragazzo una propria, convulsa, attività di ricerca introspettiva ed artistica dalla quale nel 2024 nasce Somnus.
Composizioni tridimensionali eseguite per assemblaggio di materiali eterogenei recuperati in cantine e luoghi di abbandono, selezionati e riplasmati parafrasando la genesi onirica. Assolvono all’urgenza espressiva di rievocare con necessaria forza la linfa di una determinata esperienza interiore proprio là dove l’autore individua vi sia un possibile snodo d’interesse.
Assolvono anche allo scopo di segnavia e sono utilizzati per ricondurre la mente ad una determinata tappa del viaggio.
Trasposizioni figurative generalmente eseguite a china con supporto di tempera acrilica su carta. Solitamente le figure emergono da un fondo di nera indeterminazione per avviare una propria narrazione specifica. Questo metodo semplice permette di esaminare nel dettaglio il mandala di un sogno cristallizzato in un’unica immagine e svolge al contempo funzione di rosa dei venti per quel contesto immaginifico.
Quel che ci preme sottolineare, nel rimando dei riferimenti e nel gioco della scoperta introspettiva è il ruolo degli stessi legami che mettono in comunicazione l’ombra, privata e pubblica, con l’io in cui ci identifichiamo. Legami che da noi ripartono a sfiorare e toccare il mondo, l’altro. La scoperta di queste arterie sensibili e segrete è ciò per cui vale la pena alzarsi al mattino e provare, e riprovare ancora.
La nebbia allaga la piazza. La folla muta perde coesione in nuove solitudini abbaglianti. Orientarsi nello smarrimento, smarriti nell’orientamento. Municipio, campanile e l’ondeggiare delle mani galleggiano in vaporose tenebre bianche. La scena si sfalda e confonde in visioni, riflessi. Mondo e Non-Mondo si compenetrano in ritrovate acque primigenie.
